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1) Dizion. 5° Ed. .
NIDO, e talora anche NIDIO.
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NIDO, e talora anche NIDIO.
Definiz: Sost. masc. Covo che gli uccelli si fanno con paglie, fuscelli, fili d'erba, terra e altre materie, per deporvi le uova e allevarvi i loro nati.
Dal lat. nidus. –
Esempio: Cresc. Agric. volg. 478: E poichè son nati i polli, si deono da ciascun nidio tòrre, e sottomettergli a quella [gallina], che meno uova ha.
Esempio: Fior. Virt. 115: Toglie (la fenice) certo legno odorifico e secco, e fanne un nido, e poi entra in questo nidio.
Esempio: Dant. Parad. 23: Come l'augello, intra l'amate fronde, Posato al nido de' suoi dolci nati La notte ec.
Esempio: Ar. Orl. fur. 2, 44: Come la volpe, che 'l figlio gridare Nel nido oda de l'aquila di giuso, S'aggira intorno, ec.
Esempio: Tass. Gerus. S. 3, 76: Lasciano al suon de l'arme, al vario grido, E le fere e gli augei la tana e 'l nido.
Esempio: Fiacch. Fav. 1, 13: Quel che miri è il nido mio, Son nel nido i figli miei; Or se pascergli degg' io, Come mai cantar potrei?
Esempio: Fosc. Poes. C. 140: Qui Sparta e le fluenti dell'Eurota Grate a' cigni; e Messene offria securi Ne' suoi boschetti alle tortore i nidi.
Esempio: Zanell. Poes. 2, 146: Di tetto in tetto con infausto grido Svolazza la civetta insidïando De' non piumati rondinini al nido.
Definiz: § I. E in particolare, Quello che una sorta di rondini, detta dagli Ornitologi Hirundo esculenta, fa con certe alghe marine, ammollite e agglutinate insieme per mezzo della saliva, nell'immenso arcipelago che limita l'estremità orientale dell'Asia, e che specialmente ai Cinesi è cibo, e condimento di cibi, gustoso e ricercato. –
Esempio: Bart. D. Cin. 3, 114: Lungo quell'ultima parte del Regno ch'è in verso Ciampà, il mare v'è gremito di grandi e di piccoli scogli.... Or qui, dov'è solitudine e sicurezza, fan lor nidi e loro covate certa generazion d'uccelletti, un non so che simiglianti alle rondini; e 'l sono altresì nell'arte del fabricare il nido.
Esempio: E Bart. D. Cin. 115: Via a suo tempo menatine i figliuoli, lasciano i nidi a' paesani, che in poco spazio n'empiono e ne riportan le barche piene; conciossia che ogni scoglio abbia di quegli uccelletti a nuvole, e ogni paio il suo nido da sè. Questi son trasparenti, di color verdegiallo, di sustanza solubile dentro l'acqua, di sapor non si può dir quale, perciocchè sembra una non ancor trovata composizione d'aromati; e a qualunque vivanda si mescoli, a pesce, a carni, ad erbe, indifferentemente confassi, nè di null'altro, eziandio del sale, ha mestieri, perchè siano isquisitamente condite. Giapponesi, fra gli altri, e Cinesi, ne sono a maraviglia ghiotti; e vengono a farne lor carichi, come altri di spezierie.
Esempio: Magal. Lett. fam. 1, 254: Quei ghiottoni degl'Inglesi voglion restar pur brutti, quando, dopo tanto fracasso che han fatto per averci insegnato a mangiare i nidi delle rondini della China..., si vedranno ec.
Definiz: § II. E per estensione, detto del Covo di altri volatili, insetti, e simili. –
Esempio: Dant. Inf. 5: Quali colombe dal disio chiamate, Con l'ali aperte e ferme, al dolce nido Volan per l'aer.
Esempio: Soder. Op. 1, 257: Ed al lor tempo faranno (i colombi) i nidj, coveranno l'uova ed alleveranno i figliuoli; e per fare i nidj a questi ed a tutti, sino alle rondini, è più comodo e più lor grato il loto ec.
Esempio: Red. Esp. Insett. 97: Non è da farsi le meraviglie, se tra' calcinacci.... i ragni abbiano fatto i lor nidi e i lor covili.
Esempio: Mont. Iliad. 16, 371: Già piombano su i Teucri, e si dispiccano Come rabide vespe, entro i lor nidi Lungo la strada stimolate all'ira Da procaci fanciulli.
Esempio: Tomm. Poes. 68: Quelle roranti nuvole, Quelle armonie, quegli aliti, Come colombe al nidio, Chiama Trieste a sè.
Definiz: § III. In locuz. figur., e figuratam. –
Esempio: Ar. Sat. 1, 177: Tolto che moglie avrai, lascia li nidi Degli altri, e sta' sul tuo, chè qualche augello, Trovandol senza te, non vi si annidi.
Esempio: Giunt. Eseq. Buonarr. 43: E tu..., Ch'innanzi al nuovo re de' lidi toschi, D'ogni virtute nido.... Meritasti ec.
Esempio: Cocch. Op. 3, 526: Chiedendole perdono di tanti incomodi, ai quali mi costringe il bisogno di difendermi dalla perpetua nemica dei filosofi odiosa povertà, che ora par che vada cercando sua sede anco in questo fiorito nido.
Esempio: Niccol. Strozz. 2, 5: Usciti i gufi Dalle tenebre sono a tòr di nuovo L'allegria da Firenze. Un pl. Il nido antico Se strugger si poteva, i tristi augelli Non sarebber tornati.
Esempio: Manz. Poes. 833: Godi, o Donna alma del cielo; Godi; il Dio cui fosti nido A vestirsi il nostro velo, È risorto.
Definiz: § IV. Altresì figuratam., e poeticam., per Tutti insieme i volatili che compongono una covata; Nidiata. –
Esempio: Rucell. G. Ap. 98: Nè rondinella.... prenda col becco uno vorace e ingordo L'api,... Per nutricare i suoi loquaci nidi.
Esempio: Ar. Orl. fur. 30, 31: Venir tra i suoi credette e in loco fido, Come vien Progne al suo loquace nido.
Esempio: Metast. Dramm. 2, 188: Tortora, che sorprende Chi le rapisce il nido, Di quell'ardir s'accende, Che mai non ebbe in sen.
Definiz: § V. Pur figuratam., per Luogo nativo; ed altresì Luogo di abitazione, di dimora, e simili; Sede. –
Esempio: Dant. Purg. 11: Così ha tolto l'uno all'altro Guido La gloria della lingua; e forse è nato Chi l'uno e l'altro caccerà di nido (qui in locuz. figur.).
Esempio: E Dant. Purg. 28: Forse perch'io rido,... in questo luogo eletto All'umana natura per suo nido, Maravigliando tien vi alcun sospetto.
Esempio: Petr. Rim. F. 25: E 'l vicario di Cristo, colla soma De le chiavi e del manto, al nido torna.
Esempio: E Petr. Rim. F. 140: Non è questo 'l terren ch'i' toccai pria? Non è questo il mio nido, Ove nudrito fui sì dolcemente?
Esempio: E Petr. Trionf. 308: Duolmi ancor veramente ch'i' non nacqui Al men più presso al tuo fiorito nido, Ma assai fu bel paese ond'io ti piacqui.
Esempio: Ar. Orl. fur. 46, 18: Gran speme Mi dà, ch'ancor del mio nativo nido Udir farà da Calpe a gli Indi il grido.
Esempio: E Ar. Sat. 1, 201: Se, perchè amo sì il nido, mi domandi, Io non te lo dirò più volentieri, Ch'io soglia al frate i falli miei nefandi.
Esempio: Cas. Rim. 1, 20: L'altero nido ov'io sì lieto albergo..., Che la mia dolce terra, alma, natia, E Roma, dal penser parto e dispergo,... Meco di voi si gloria.
Esempio: Varch. Rim. 2, 80: L'altero vostro nido e mio (Firenze),... Risonar s'ode infin sopra le stelle.
Esempio: Car. Eneid. 2, 1043: A me (s'io pur doveva Restare in vita) avrebbe il ciel serbato Questo mio nido.
Esempio: Metast. Dramm. 5, 302: È istinto di natura L'amor del patrio nido.
Esempio: Leopard. Poes. 51: Poi che del patrio nido I silenzj lasciando, ec.
Definiz: § VI. Nido, prendesi anche per Covo, Tana, e simili, di altri animali: e anche, figuratam., per Tutti insieme i detti animali che stanno in un covo. –
Esempio: Firenz. Pros. 1, 3: Nella grande e popolosa città di Meretto, la quale.... è divenuta sede di arbori e di viti, nidio di volpi e cova di lupi, fu un re ec.
Esempio: Flor. Agric. Met. volg. 524: Quasi che nel mezzo de la caverna fa (il topo salvatico) un nido di foglie d'alberi in forma d'una berretta, a ciò, se acqua veruna rampolli fuor de la terra, ch'ella se ne scorra di fuori, ed egli a l'asciutto dentro nel nido se ne possa stare.
Esempio: Soder. Op. 1, 423: Disfar le topaie co 'l niffolo e' nidi di nocenti animali.
Esempio: Bart. D. Cin. 2, 150: Egli, e seco la casa dove abitava, con tutti.... i topi che v'avean lor famiglie e lor nidi, si spiccò ec.
Definiz: § VII. In locuz. figur., e figuratam. –
Esempio: Dant. Inf. 15: In cui riviva la sementa santa Di quei Roman, che vi rimaser, quando Fu fatto il nido di malizia tanta.
Esempio: Cavalc. Pist. Eust. 367: Pregoti, non diventi città meretrice la fedele Sion: non, dopo l'albergo della Trinità, diventi nidio e abitazione di demonia.
Esempio: Petr. Rim. F. 151: Nido di tradimenti (Roma), in cui si cova Quanto mal per lo mondo oggi si spande.
Esempio: Ar. Orl. fur. 21, 16: Nè sta si duro incontra Borea il pino..., come Il mio fratello a' prieghi di costei, Nido di tutti i vizj infandi e rei.
Esempio: Cellin. Vit. 150: Massimamente per essere quel luogo un nidio d'assassini.
Esempio: Dav. Tac. 2, 37: Sperperassero (i soldati) quel nido di guerra gallica, fatto di stranieri tutti, nimici tutti.
Esempio: Bracciol. Schern. 1, 3: Nel sacro monte alla Ciprigna dea Eresse un tempio, anzi un infame nido.
Esempio: Targ. Viagg. 9, 105: Queste parietinaie, come le chiamavano gli antichi, o casali, o casalini, o casaloni, come si dicono ora, oltre all'orrore che rendono, sono un nidio di perniciose esalazioni.
Definiz: § VIII. Figuratam., per Letto, e propriamente Letto matrimoniale; ma oggi non si userebbe che per ischerzo. –
Esempio: Dant. Rim. 292: La tosse, il freddo e l'altra mala voglia Non le addivien per umor ch'abbia vecchi, Ma per difetto ch'ella sente al nido.
Esempio: Bocc. Laber. 193: Niuno vecchio bavoso, a cui colino gli occhi e triemino le mani e 'l capo, sarà, cui elle rifiutino per marito, solamente che ricco il sentano, certissime infra poco tempo di rimaner vedove, e che costui nel nido non dee loro soddisfare.
Esempio: Lipp. Malm. 1, 14: Ella svegliata allora, esci del nidio.
Esempio: Not. Malm. 1, 26: Uscir del nidio. Uscir del letto; quale chiama nidio per la similitudine che ha nelle materasse quel luogo dove s'è dormito, col nidio, entro al quale covano gli uccelli.
Definiz: § IX. Altresì figuratam., trovasi a denotare il Campo di un'impresa gentilizia. –
Esempio: Dant. Inf. 27: Le città di Lamone e di Santerno Conduce il leoncel dal nido bianco, Che muta parte dalla state al verno.
Definiz: § X. Nido di Leda, trovasi detto poeticam. a denotare La costellazione dei Gemelli, secondo la nota favola. –
Esempio: Dant. Parad. 27: E la virtù, che lo sguardo m'indulse, Dal bel nido di Leda mi divelse, E nel ciel velocissimo m'impulse.
Esempio: But. Comm. Dant. 3, 722: Del bel nido di Leda; cioè del segno chiamato Gemini, lo quale fingeno li poeti essere fatto di Polluce e Castore figliuoli di Iove e di Leda, co la quale Iove stette mutato in ispecie di ciecino.
Definiz: § XI. Di nido, detto di volatili, vale Piccolino, Giovanino, Appena preso dal nido per essere allevato. –
Esempio: Olin. Uccell. 27: Canta quest'uccello assai gentilmente, non solo 'l giorno ma anco la notte, a somiglianza del rusignuolo, e a quest'effetto s'alleva di nido con la medesima regola del suddetto.
Esempio: Segner. Crist. instr. 208: Quei rusignuoli, che sono allevati di nido nelle gabbie, non cantano mai sì perfettamente, come cantano quei che sono allevati alla foresta.
Definiz: § XII. Di nido, trovasi detto figuratam. di cosa o fatto, che abbia del singolare, del nuovo. –
Esempio: Nell. Iac. Mogl. 1, 9: O questa è di nido! È stato il Cielo che mi ha fatto passar di qui.
Definiz: § XIII. Essere alcuno cattivo, o tristo, di nidio, e anche assolutam. Esser di nidio, si usò per Essere alcuno astuto, scaltro, o anche malvagio, sin dalla fanciullezza. –
Esempio: Lipp. Malm. 3, 55: Or perch'egli è di nidio e navicello, E forte e sodo come un torrione, Gli da l'ufizio e titol di Bargello.
Esempio: Dat. Cical. III, 1, 178: Fa di mestieri adunque esser di calca, uomo gargo e tristo di nidio.
Esempio: Not. Malm. 1, 284: È di nidio. È tristo, è astuto, fino dalla culla.... Noi pigliamo questo detto dagli uccelli cavati dal nidio, ed allevati; che per l'uccellatura son sempre migliori che i presicci.
Definiz: § XIV. Fare il nido, o Farsi, il nido, o anche Fare nido, o il suo nido, valgono Nidificare, e altresì Annidarsi; detto così di uccelli, come di altri animali. –
Esempio: Dant. Inf. 13: Quivi le brutte arpie lor nido fanno.
Esempio: Marc. Pol. Mil. B. 88: Quivi hae montagne ove i falconi pellegrini fanno loro nidio.
Esempio: Vill. G. 114: Si dice che per gufi, che nelle bocche di quelle trombe fecero nido, si stopparo i detti artificj per modo, che rimase il detto suono.
Esempio: S. Gir. Grad. 22: La colomba sì ha nove vertudi: ella gemisce..., vola al fiume, e fa lo nidio in sulla pietra.
Esempio: Sannazz. Arcad. 6: Già per li boschi i vaghi uccelli fannosi I dolci nidi.
Esempio: Bart. C. Archit. Albert. 79: Le rondini ammaestrate da la natura, quando fanno i loro nidi, non pongono mai a caso le prime loro impiastrature ne' palchi, le quali servano per fondamento e basa dell'opera loro.
Esempio: E Bart. C. Archit. Albert. 152: Gettavi di nuovo sopra (sull'aia) della morchia, e quando ella sarà rasciutta, nè topi nè formiche non vi faranno nidio, nè diventerà fangosa.
Esempio: Fiacch. Son. pastor. 142: Non sai che quando il nido face, Da lui (dallo spino), prende quei fiocchi industre augello, E con essi più molle e più tenace Rende alla prole il preparato ostello?
Definiz: § XV. In locuz. figur., e figuratam. –
Esempio: Dant. Purg. 20: Certo non si scotea sì forte Delo Pria che Latona in lei facesse il nido A parturir li due occhi del cielo.
Esempio: Comp. Din. Cron. DL. 207, 25: Veggendo il campo posto, la gente si arrenderà tosto; e se tu la lasci, tutta la Lombardia è perduta, e tutti i tuoi contrarj quivi faranno nidio.
Esempio: Pucc. A. Centil. 73, 61: E que' di Fermo e gli altri Ghibellini Per un buon pezzo quivi fèro il nidio.
Definiz: § XVI. Fare le uova nel nido altrui, o anche Andare a fare, o porre, le uova, nel nido altrui, vale proverbialm. Metter mano nelle altrui fatiche, Usurpare imprese e lucri di altri. Probabilmente presa la maniera dal noto istinto del Cuculo. –
Esempio: Deput. Decam. Proem. 7: E però il fatto di colui non possiamo già lodare, che abbia così messo mano nelle fatiche d'altri, e, come dire, fatte l'uova nell'altrui nido.
Esempio: Panant. Poet. Teatr. 31: Dicon ch'io gli sfido, Che fo loro sul tetto una finestra, E che vado a por l'uova nel lor nido.
Definiz: § XVII. Porre il nido, o il suo nido, vale Prendere stanza, Scegliere sua sede, nel luogo indicato dal compimento; Annidarvisi. –
Esempio: Machiav. Rim. 431: Risguarda Atene, dove Ingratitudo Pose il suo nido, più che altrove brutto.
Esempio: Mont. Poes. 2, 280: Del bel Lemene al margine Alfin ponemmo il nido (parlano le api).
Definiz: § XVIII. A ogni uccello suo nido è bello; proverbio che vale: A ciascuno piace la propria casa e il proprio paese, quantunque umile o meno bello di altra casa o di altro paese.
Definiz: § XIX. Nido fatto, gazza, o gazzera, morta; proverbio che vale: In questo mondo, quando uno s'è bene accomodato, ordinariamente si muore. –
Esempio: Crusc. Vocab. I: Nidio, e Nido.... Nidio fatto, gazza morta. Vale, che in questo mondo, tosto, che uno ci s'è bene accomodato, si muore.